Pubblichiamo un interessante articolo pubblicato anni addietro dal Corriere della Sera (che ringraziamo)

corredato da una serie di interessanti link di associazioni

che si occupano di turismo responsabile. L'articolo e' firmato Mara Pace



TURISMO: 45% VACANZE VERDI PRENOTATE SU INTERNET

ROMA - Corre su internet la voglia di fuga in campagna. Il 45% delle vacanze in agriturismo sono infatti prenotate su web mentre la scelta della struttura e' veicolata nel 25% dei casi da guide e stampa, un altro 25% segue il passaparola di precedenti ospiti e solo il 5% delle prenotazioni viene effettuato tramite le agenzie. E' questa la fotografia dell'approccio all'agriturismo secondo uno studio che l'Agriturist (Confagricoltura) ha condotto sul 'movimento' del periodo marzo 2004/marzo 2005.
La Liguria risulta come la regione piu' consultata, con quattro aziende di questa regione fra le prime dieci nella hit parade dei navigatori. ''Il risultato ottenuto dalle aziende liguri - osserva Agriturist - si spiega soprattutto con un rapporto particolarmente favorevole fra la domanda elevata e l'offerta ancora contenuta''. Le altre sono della Toscana (cinque) e dell'Umbria (una). La prima azienda del Mezzogiorno e' al posto numero 15 e si trova in Puglia, mentre sono in Campania le posizioni 18 e 19.
Fra le regioni piu' esplorate su internet, al primo posto c'e' la Lombardia (15%), soprattutto per effetto della forte domanda di soggiorni brevi e ristorazione proveniente da Milano, oltre che di vacanze ai laghi. E' seguita dalla Toscana (13%), che tuttavia prevale nel periodo delle prenotazioni estive. Molto consultate anche Trentino Alto Adige (10%), Campania (9%) ed Emilia Romagna (8%). Anche in questo caso le differenze significative sono in funzione dei periodi dell'anno: nella stagione estiva, la Sicilia balza, dal 6% medio dell'anno, al 12% e la Puglia dal 4% al 9%.
Nella ricerca per provincia, al primo posto Firenze (4%), seguita da Roma, Livorno, Salerno, Grosseto Lecce, Siena, Bolzano e Perugia.
 
Fonte:ANSA

      






Sole, mare e… sesso


Moglie e buoi dei paesi tuoi: sarà anche vero ma di sicuro non lo è in vacanza, anzi. L’attività sessuale ha un picco proprio nel periodo natalizio e in quello delle vacanze estive. E di riflesso ha un picco anche il numero di infezioni trasmesse per via sessuale. Il “mixing” che si verifica quando si è in località esotiche, poi, accentua il problema. A confermarlo una ricerca pubblicata sul British Medical Journal dalla quale emerge con numeri schiaccianti, che molti giovani fanno sesso non protetto durante le vacanze e il più delle volte sono incontri occasionali. 


Aumentano i viaggi aumentano i rischi


Sempre più persone, del resto, fanno viaggi extracontinentali. In Inghilterra l’aumento dal 1997 a oggi è stato del 27%. Quanto alle malattie sessualmente trasmissibili, delle persone che hanno frequentato le cliniche specialistiche una gran parte torna da viaggi all’estero e il 25% di questi ha avuto nell’occasione un nuovo partner, con il quale non ha usato le dovute precauzioni. Se, infatti, il numero di nuovi incontri sessuali durante la settimana è normalmente di 0,098 durante le trasferte diventa 0,247. I dati fra l’altro non cambiano tra uomini e donne, segno che i tempi sono decisamente cambiati. Tra i vacanzieri britannici nell’isola di Tenerife il 35% - riportano i dati pubblicati sul BMJ – ha avuto un partner sessuale “non regolare”. Il 32% degli uomini e il 39% delle donne, un numero più significativo, al di sotto dei 25 anni. Le conseguenze sono di rilievo. Nel 2002 le cliniche di medicina genitourinaria nel Regno Unito hanno avuto un milione e mezzo di visitatori, con un aumento del 15% rispetto al 2001. I casi di chlamydia, gonorrea, sifilide e herpes genitale sono in aumento. Non solo, il 69% degli uomini eterosessuali che hanno contratto l’HIV, lo hanno contratto all’estero. Ma gli stessi numeri valgono per le altre infezioni sessuali. Nelle due principali cliniche britanniche il 12% delle infezioni è dovuto alle vacanze. I motivi? È presto detto. Per cominciare la disponibilità di nuovi contatti poi la frequenza con cui si cambia partner, il mancato uso dei preservativi e l’aumentato consumo di alcol. Poi naturalmente quanto più il partner occasionale viene da una comunità a rischio tanto più aumenta la prevalenza delle infezioni trasmesse per via sessuale. Oltretutto anche il fatto di essere stati precedentemente infettati non aiuta, visto che dopo gonorrea e chlamydia non si innesca una difesa anticorpale e anche la reinfezione da sifilide è possibile. Di vaccini poi non se ne parla. Perciò che fare?


Quel che conta è la prevenzione

Il punto è sempre lo stesso, prevenzione. Visto l’aumentare sia dei viaggi sia delle infezioni una più diffusa educazione sessuale è vitale. Avvisi preventivi urgono in particolare per chi si reca nel mondo in via di sviluppo. Il fatto poi che i più giovani siano, inevitabilmente, i più promiscui rende necessarie sia la prevenzione sia la raccomandazione a sottoporsi a screening di ritorno dalle vacanze. Le persone – sostiene uno degli autori della ricerca – devono essere consapevoli dei rischi che possono correre in vacanza e agire di conseguenza. Il preservativo, per esempio, è assolutamente indispensabile, visto che le vacanze sono anche l’occasione per aumentare i livelli di sperimentazione sessuale. Tutto regolare ma le esperienze poi si potrebbero pagare.


Si ringrazia Marco Malagutti e www.dica33.it


Fonte

Rogstad KE. Sex, sun, sea, and STIs: sexually transmitted infections acquired on holiday.

BMJ 2004;329:214-217

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Cresce il popolo degli ecoturisti, viaggiatori consapevoli e rispettosi dell'ambiente, che abbandonano la comodità dei villaggi vacanza per immergersi nella natura ed entrare in contatto con le comunità locali. Il mercato registra un trend positivo, si moltiplicano associazioni e tour operator specializzati, le Nazioni Unite dichiarano il 2002 Anno dell'Ecoturismo e in Quebec si è appena svolto un summit internazionale.


SVILUPPO, RISCHI E POSSIBILITA' - Le notizie sono buone, ma allo stesso tempo cattive: buone, perché sintomo di una cresciuta sensibilità nei confronti del pianeta terra;cattive, perché aumenta il rischio di imbattersi in finti operatori eco-turistici, che sfruttano un'etichetta di successo senza rispettare principi e ideali che muovono il viaggiatore responsabile. «E' un fatto positivo che gli imprenditori scelgano finalmente di investire nell'ambiente», sottolinea con fiducia Paolo Galli, autore con Marcello Notarianni de «La sfida dell'ecoturismo», un saggio che descrive la vivacità di questo settore economico, con percentuale di crescita che sfiora il 20%. E' però importante distinguere con chiarezza una qualsiasi vacanza nella natura da un viaggio ecoturistico, che ha come obiettivo la scoperta di paesaggi affascinanti, lontani dalle mete del turismo di massa, ma che intende anche partecipare alla conservazione dei luoghi visitati e al sostentamento delle comunità autoctone.


IDEE DI VIAGGIO - Niente strutture invasive, condivisione dello stile di vita e della cultura locale, rispetto del patrimonio storico-monumentale: sono alcune indicazioni contenute nella «Carta Italia» del turismo sostenibile, un vademecum per viaggiatori, operatori e popolazioni ospitanti, che si riferisce a una categoria più ampia del solo ecoturismo, ma che delinea con chiarezza uno stile di viaggio mirato alla scoperta della diversità (ambientale o culturale). Se vi riconoscete in questo programma, e siete stufi dei soliti pacchetti vacanza, non avete che l'imbarazzo della scelta. Agenzie di viaggio e siti internet propongono infatti numerosi itinerari naturali ed «ecotour educational», per esplorare le rigogliose foreste del bacino amazzonico, incontrare i canguri nei pascoli australiani o scoprire l'antica cultura dei Maya, ma anche visitare l'entroterra romagnolo o le colline situate a due passi dalla nostra città. Vicino o lontano non ha importanza, perché la natura offre possibilità di svago, sport e relax in ogni angolo della terra. Avete una sola regola da rispettare: «Viaggiare in punta di piedi».


Mara Pace

hansolo@numerica.it





QUANDO LA VACANZA E' RESPONSABILE
Si ringrazia
Cunegonda Italia

Il turismo, ogni anno protagonista dei mesi estivi, è senza dubbio laprincipale industria del pianeta: il suo fatturato supera quello di grandi industrie come quella dell'automobile e dell'acciaio, e sposta ogni anno
milioni di persone.

Oltre ad essere un momento di evasione e un mezzo per conoscere altre culture e nuove terre, il turismo è¨ stato indicato come soluzione per i problemi economici dei paesi del sud del mondo. Ma a causa degli elevati
costi per la costruzione di strutture turistiche, la maggior parte dei proventi va alle agenzie di viaggio multinazionali, e la somma che resta ai paesi di destinazione è davvero minima: va dal 30% del Kenya, 23% dello Zambia al 40% della Thailandia. Proprio dove ce ne sarebbe più bisogno il turismo non riesce a creare nuovi posti di lavoro. Ha invece degli effetti
negativi, in primo luogo sull'ambiente, ma anche sulla cultura e sull'economia del paese. Nei paesi in via di sviluppo, infatti, il turismo causa un aumento del costo della vita, e il conseguente impoverimento delle popolazioni locali.

Rilevante è l'impatto del turismo con l'ambiente, le mete preferite dai turisti sono sempre più quelle incontaminate e affascinanti per la loro particolarità, come ghiacciai, steppe e deserti, barriere coralline, e anche zone difficilmente accessibili come le foreste tropicali e le zone artiche e antartiche. Alcune di queste aree sono ecologicamente contaminabili, e per
questo motivo sono protette. Per lo sforzo di conciliare le esigenze degli uni e degli altri l'attività turistica si scontra sempre di più con il tentativo di conservare le aree da proteggere.

La maggior parte degli spostamenti non è verso l'estero, ma si tratta di spostamenti interni. Ed è anche verso questo tipo di turismo che deve essere indirizzata la sostenibilità e la responsabilizzazione del turista per la salvaguardia del territorio e per il rispetto della
biodiversità. Le attrezzature e le infrastrutture turistiche consumano il territorio, conducono a danni ambientali come l'inquinamento, il rumore, l'esaurimento delle risorse. Sono tutti questi effetti negativi che dobbiamo
cercare di combattere, per fare in modo che il turismo possa realmente aiutare l'economia di un paese in difficoltà.

Un altro degli elementi che dovrebbero trarre profitto dal turismo è la cultura. Perchè questo accada bisognerebbe superare il timore che per l'impatto con il turismo si possa arrivare a svendere le proprie eredità
culturali, e fare in modo che le vacanze all&Mac226;estero siano meno superficiali, che i turisti possano beneficiare di un rapporto più diretto con la cultura locale, anche con quei problemi che finora sono stati tenuti nascosti per
non disturbare l'idea del paradiso incontaminato.
Importante ai fini di migliorare e responsabilizzare il turismo è anche la condizione politica di un paese. Molti regimi non democratici infatti approfittano del turismo anzitutto usando i proventi per l'acquisto di armi. E la teoria secondo la quale il turismo prospera solo in condizioni politiche stabili serve come copertura alla repressione delle opposizioni.

Per cercare di ridurre al minimo gli effetti negativi del turismo dovremmo cercare di praticarlo in modo rispettoso dell'ambiente e della giustizia sociale. Un partner locale potrebbe aiutare il turista ad avvicinarsi alla cultura e agli usi della popolazione. Gli itinerari vanno concordati in modo da consentire sia ai locali sia agli europei di farsi reciprocamente conoscere e di conoscere, senza stravolgere la normale vita dei residenti, e si utilizzano, se ci sono, le strutture turistiche esistenti.


[ Maria, Redazione Cunegonda Italia ]


Siti da visitare in cerca di una meta




Portale dell'ecoturismo


Il sito, nato nel settembre 2001, raccoglie proposte di viaggio, testimonianze e link utili per chi ancora non conosce la realtà dell'ecoturismo, oppure sta scegliendo la sua prossima destinazione. "Il nostro portale vuole fare chiarezza sul significato del termine e sulle implicazioni etiche che esso comporta", spiega il fondatore Stefano Catena. "Vuole inoltre creare una community che si interessi, discuta e si faccia promotrice della materia". Il sito permette anche di conoscere proposte di viaggio offerte da operatori specializzati in ecoturismo.




Portale professionale del turismo sostenibile


Uno spazio per la riflessione e la ricerca, con documenti interessanti per gli operatori del settore e diverse proposte di viaggio per il pubblico, tra cui visite ai parchi naturali, ipotesi di turismo sociale e culturale. Il sito è curato dall'Associazione Cultura Turismo Ambiente e raccoglie numerosi link per orientarsi nella navigazione.




Il Cts Ambiente


Il ricco sito del Centro Turistico Studentesco dedica una sezione alle vacanze natura, al turismo sostenibile e al volontariato ecologico.



Definizione di turista

(tratto dal sito viaggiare.com)

Una volta raggiunta la meta del nostro soggiorno possiamo essere chiamati in diverse maniere: villeggiante è chi si trasferisce stabilmente, per un periodo per lo più lungo, nel luogo di vacanza che, in origine, era la villa, cioè l'abitazione di campagna, contrapposta alla città; se il periodo della vacanza è l'estate allora il villeggiante può esser detto estivante ("Tempo molto non passò che gli altri intellettuali estivanti in Versilia notarono il nuovo e insolito modo di Nivasio Dolcemare di stare in bicicletta", Savinio).

Chi predilige i luoghi presi d'assalto dal turismo di massa può, a buon titolo, essere considerato un vacanziere, termine che deriva da vacanza sul modello del francese vacancier (è interessante notare che in francese sono disponibili ulteriori specificazioni, infatti il vacanziere che sceglie come periodo di vacanza il mese di agosto è un aoûtien, mentre quello che sceglie il mese di luglio è un juillettiste). Anche turista è oggi usato, nello stesso significato di vacanziere, ma non era così in origine. Del significato proprio di turista, i conservatori della fine dell'Ottocento, nel Lessico dell'infima e corrotta italianità (1877) ci dicono " Touriste per gli inglesi e francesi è Colui che viaggia a piccole fermate, camminando molto a piede, per vedere, osservare, studiare tutto ciò che è degno di nota, e viene da Tour.

Vogliamo una voce italiana? Eccone due. La prima è Andarino che significa Vago di viaggiare, e sebbene sia stato usato aggettivo si può adoperare, al pari di altre voci simili, come sostantivo. La seconda è Passavolante che significa, Uomo che scorra fuori del suo paese. Comunque ci vorremmo chiamare faremo qualcosa per noi e voi stessi. Saremo una guida amichevole per intraprendere viaggi che ci portano qua e là e a cercare spiagge, incalzati sempre da una dannosa leggerezza di raggiungere ora il mare, ora la terra ferma. Ci rivolgeremo a donne e uomini liberi che scorrono tra bellezze raffinate e terre incolte, tra treni e colline, nei posti deserti, per trovare qualcosa che ci rallegri, in cui gli occhi voluttuosi riescano a rilassarsi.
La felicità che il lettore lo sappia, ha molte facce. Viaggiare, probabilmente è una di queste. Allora caro Andarino, caro passavolante affida i fiori a chi sappia badarvi, e incomincia. O ricomincia. Nessun viaggio è definitivo. Sarà una sorpresa.